Il terzo trimestre si chiude con una nuova battuta d’arresto per le
case di seconda mano in Italia, con una flessione dell’1,4% nei tre mesi
e del 2,5% su base annua.
Il trend negativo dei valori porta il prezzo di richiesta a una media
di 1.772 euro/m², ai minimi in oltre 7 anni di rilevazioni dell’ufficio
studi di idealista.
Secondo Vincenzo De Tommaso, responsabile dell’ufficio studi di
idealista: “se da un lato l’andamento rispecchia la stagionalità - lo
storico delle nostre statistiche ci dice che i prezzi rallentano durante
i mesi estivi - , dall’altro il recupero dei valori è in ritardo
rispetto ai grandi centri del nord, con alcune eccezioni come Napoli e
Firenze. Nel complesso si può dire che il deciso rilancio delle
compravendite, partito nel 2016, non è andato di pari passo con la
ripresa dei prezzi, che quest’anno prevediamo ancora in calo, con buone
prospettive per chi acquista”.
Regioni
Il trend negativo dei valori immobiliari
investe tutte le regioni italiane a eccezione di Basilicata (6%%),
Molise (3,2%) e Calabria (0,5%). I ribassi percentuali più elevati si
registrano in Friuli Venezia Giulia (3,3%), Lazio (-3%) e Valle d’Aosta
(2,7%);
14 regioni segnano cali compresi tra il 2,5% dell’ Abruzzo e lo 0,5% delle Marche.
La Liguria, in flebile calo rispetto a 3 mesi fa, guida la
graduatoria dei valori regionali con i suoi 2.548 euro al metro quadro
davanti a Valle d’Aosta (2.358 euro/m²) e Trentino Alto Adige (2.351
euro/m²). La regione più economica è ancora un altro trimestre in più la
Calabria, con 889 euro al metro quadro, davanti a Molise (1.038
euro/m²) e Sicilia (1.105 euro/m²).
Province
Il trend discendente dei prezzi delle
case si conferma in oltre il 60% dei mercati provinciali monitorati nel
corso del terzo trimestre dell’anno. Alcune macrozone mostrano ancora
una una certa instabilità con le variazioni più marcate a Gorizia
(-8,9%) e Agrigento (-8,5%), seguite da Brindisi (-7,1%). Percentuali di
ribassi sopra la media del periodo caratterizzano ben 36 mercati da
Vercelli (-6,5%) a Latina (-1,5%). All’opposto i rimbalzi maggiori si
rilevano nel materano, con un incremento delle richieste da parte dei
proprietari del 7,6% (il territorio è entrato nel circuito delle Città
Europee della Cultura), davanti a Rimini (3,8%) e Sondrio (3,7%).
Sul fronte dei prezzi di vendita Savona (3.386 euro/m²) è la più
cara, davanti a Bolzano (3.165 euro/m²) e Firenze (2.651 euro/m²), che
scalza dal podio Imperia. Nessun ribaltone nella parte bassa, dove
Agrigento (776 euro/m²) e Caltanissetta (739 euro/m²) precedono Biella,
fanalino di coda con 638 euro.
Città
Complessivamente i prezzi della case sono scesi ancora durante i mesi
estivi in 59 delle 104 città monitorate in questo rapporto.
Le svalutazioni più forti si registrano a Chieti (-5,6%), Matera
(-4,7%) e Frosinone (4,5%). A Roma i prezzi si sono ridotti di un
ulteriore 1,3%, mentre a Milano i prezzi segnano un incremento dello
0,8%. Cuneo e Pavia, con un aumento del 5,6%, sono i capoluoghi di
provincia dove i proprietari hanno aumentato di più le loro pretese,
davanti a Napoli (4,5%).
Venezia (4.425 euro/m²) è il capoluogo più caro d’Italia seguita da
Firenze (3.601 euro/m²), Milano (3.402 euro/m²), Bolzano (3.400 euro/m²)
e Roma (3.111 euro/m²). Nella parte bassa del ranking Caltanissetta è
la nuova maglia nera con 706 euro al metro quadro.
L’indice dei prezzi degli immobili di idealista
Il
portale immobiliare idealista è attualmente una delle pagine web più
utilizzate in Italia da privati e professionisti immobiliari per la
vendita, l’acquisto e l’affitto di immobili. Con una base dati di oltre 1
milione di immobili l’ufficio studi idealista realizza analisi e studi
relative al prezzo delle abitazioni nel nostro Paese dal 2007.
Per la realizzazione di quest’indice sono stati analizzati i dati di 462.367 annunci immobiliari pubblicati su idealista tra giugno e settembre 2018;
questi immobili hanno superato il controllo di qualità basato su
informazioni come prezzo, dimensione, distribuzione e non duplicazione.
Per permettere una sufficiente standardizzazione dei risultati sono
analizzati soltanto i comuni che hanno mantenuto una media costante di
50 o più annunci di case di seconda mano in vendita, nel corso del
periodo di studio. I comuni che non hanno raggiunto questa media sono
stati esclusi dal campione di analisi, al pari di quelli che hanno
registrato una variazione di più del 30% del numero di annunci nel
periodo dato.
fonte : idealista
Nessun commento:
Posta un commento